Violenza su donne e minori

AREA STRATEGICA:– La prevenzione e il contrasto di tutte le forme di maltrattamento e violenza su donne e minori(5°PRPS 2022-2024 Del.G.R. 353/2022)

La definizione della strategia operativa del presente piano, in questa area di intervento, parte necessariamente dall’esperienza prodotta e dai risultati conseguiti con il Piano integrato di interventi per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere 2019 – 2020 (Del.Gr 1556/2019), la cui attuazione, ancora in corso, fornisce già elementi valutativi sui punti di forza, gli impatti positivi, le criticità emerse e le prime indicazioni per il superamento delle criticità , in un’ottica di avanzamento di quanto finora realizzato. In attuazione del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020, oltre che dei dettami della legge regionale n. 29/2014, il Piano regionale ha concentrato le azioni e gli interventi su due assi strategici: 

1) l’asse della prevenzione, con l’intento di incidere sul graduale cambiamento culturale, attraverso azioni e interventi tesi ad educare, sensibilizzare, combattere ogni forma di discriminazione, sradicare vecchi stereotipi legati ai ruoli di genere e a modelli sessisti;

2) l’asse della protezione e del sostegno, con la finalità di potenziare e qualificare il sistema complessivo dei servizi preposti alla protezione, sostegno, accompagnamento delle donne che hanno subìto la violenza maschile, delle/dei minori che assistono alla violenza intrafamiliare o che subiscono forme di maltrattamento/violenza, mettendo altresì in campo tutti gli interventi necessari per favorire l’empowerment e l’autonomia delle donne, sole o con figli.

Questi due assi sono stati confermati nell’asse strategico 5) Contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere dell’Agenda di Genere, approvata con Del. Gr 1466 del 15/09/2021 a valle di un’ampia e diffusa fase di partecipazione e concertazione. Gli assi strategici della Prevenzione e della Protezione/sostegno, raccomandati in maniera stringente dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul del 2011 ratificata dallo Stato Italiano con legge n. 77/2013),

rappresentano il fulcro dell’azione del nuovo Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023, unitamente all’asse del “Perseguire e punire”, che chiama direttamente in causa la responsabilità dello Stato per quanto riguarda la protezione e tutela delle vittime di violenza e l’affermazione dei loro diritti. Il Piano nazionale, in continuità con il piano precedente, stabilisce anche le priorità dell’Asse Assistenza e Promozione che, rispetto agli altri tre Assi, definisce le azioni per presidiare la funzione di monitoraggio e valutazione degli interventi.

Le politiche di contrasto alla violenza toccano molteplici aspetti e dimensioni trasversali a più livelli di governo e ambiti di competenza tali da richiedere necessariamente una integrazione delle politiche, così come delle fonti di finanziamento, che rimanda ad un’azione amministrativa in larga misura interconnessa. Il livello della governance territoriale è stato ben definito in Puglia con la legge regionale n.29 del 4 luglio 2014 “Norme per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, il sostegno alle vittime, la promozione della libertà e dell’autodeterminazione delle donne” che ha previsto:

a) il Tavolo interassessorile, ai sensi dell’art. 6 della l.r. 29/2014, che favorisce la piena integrazione delle politiche regionali a sostegno delle donne vittime di violenza, assicurando la più ampia condivisione di obiettivi, interventi e azioni, prevedendo il concorso al finanziamento da parte delle diverse aree di policy coinvolte; 

b) la Task-force permanente antiviolenza, ai sensi dell’art. 7 della l.r. 29/2014, che, in relazione alle funzioni e alle attività indicate dalla norma regionale, si configura come il luogo del confronto e della concertazione tra i diversi sistemi chiamati ad intervenire nell’ambito della prevenzione e contrasto della violenza, e come organismo tecnico di supporto al decisore politico.

Il livello della governance regionale è posto a presidio dell’omogeneità degli interventi attuati a livello territoriale e delle prassi operative per la presa in carico integrata delle donne e dei minori vittime di violenza. Successivamente, al fine di consolidare un sistema di governance territoriale omogeneo e lineare, coerente con la legge regionale n. 29 del 2014 e con il Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017–2020, sia il IV Piano Regionale delle Politiche Sociali (DGR 2324/2017) che il Piano Integrato triennale 2018-2020 per la prevenzione e ilcontrasto della violenza di genere (DGR 1556/2019) hanno definito un livello di governance locale presidiato dai seguenti organismi:

a) il Tavolo per il coordinamento della rete territoriale antiviolenza che assicura, nell’ambito territoriale di riferimento, il raccordo e la comunicazione tra tutti i servizi generali e specializzati che operano nel campo della prevenzione, protezione e del contrasto alla violenza maschile contro le donne;

b) la Rete operativa territoriale antiviolenza, composta da referenti qualificati individuati dai soggetti pubblici e privati cui compete la protezione, l’assistenza, la sicurezza e l’empowerment (Centro antiviolenza, Casa rifugio, Servizi sociali e sanitari, Pronto Soccorso, Forze dell’Ordine), che garantisce, mediante un approccio interdisciplinare, il più stretto raccordo operativo per l’adeguata presa in carico, l’effettiva protezione delle donne vittime di violenza, insieme a quella delle/dei loro figlie/i minori, soprattutto nelle situazioni di emergenza, anche in sinergica collaborazione con la Magistratura.

L’efficacia della governance territoriale dipende da diversi fattori fra cui, in primis, la volontà e la capacità degli Ambiti territoriali di assumere il ruolo di regia/coordinamento e, ancora prima, di riconoscere la priorità e la necessità di attivare il modello di governance così come indicato sia nel Piano nazionale che in quello regionale. Da parte della Regione Puglia una forte sollecitazione agli ambiti territoriali in questa direzione è arrivata dal VI Piano Regionale delle Politiche Sociali (DGR 2324/2017) che ha indicato la costituzione della rete operativa territoriale antiviolenza quale obiettivo di servizio prioritario da prevedere nei Piani Sociali di Zona, con regia dell’Ambito territoriale ma con forte ruolo affidato al centro antiviolenza di riferimento, quale soggetto facilitante la costruzione della rete territoriale.

La Regione Puglia ha pubblicato l’ultimo Avviso non competitivo per l’attuazione del terzo Programma antiviolenza (AD 905/2021), con stanziamento e riparto agli Ambiti territoriali di euro 1.800.000,00, fissando il termine per la presentazione a fine luglio 2021. L’Avviso, non competitivo, consente di monitorare a livello regionale l’attuazione degli obiettivi operativi fissati al PRPS proprio al fine di sollecitare gli Ambiti ritardatari ad adempiere.Le sfide poste dai dati di contesto evidenziano come il fenomeno della violenza sia in aumento e rilevano un maggior ricorso alle forme di aiuto, segnale positivo di maggiore e precoce consapevolezza nelle vittime. A livello regionale, ma anche a livello nazionale ed europeo, l’emergenza generata dalla pandemia ha posto e pone nuove sfide in tema di contrasto alla violenza maschile sulle donne. La fase di lockdown, in particolare, ha accresciuto il rischio di violenza su donne e minori tra le mura domestiche che, se contenuta dalle restrizioni e dalle misure di contenimento nei mesi di marzo e aprile 2020, è esplosa successivamente facendo impennare le richieste di aiuto ai servizi antiviolenza. Per tante donne è venuta meno la possibilità di proseguire nei percorsi di autonomia

avviati prima della fase di lockdown, e per molte di loro è stato impossibile accedere a tirocini formativi e/o al reddito di dignità. Al fine di sostenere le reti territoriali e direttamente le donne che in quella fase chiedevano aiuto ai centri antiviolenza, con lo scopo di supportare tempestivamente il loro percorso di fuoriuscita dalla violenza e di avvio della condizione di autonomia, con la Del.Gr. 813/2020, sono state trasferite con effetto immediato risorse finanziarie in favore degli Ambiti territoriali, proprio per dare continuità all’azione dei centri antiviolenza e sostenere direttamente i percorsi di autonomia delle donne, nelle modalità improntate a flessibilità e tempestività (es. indennità da borse lavoro, card, contributo economico, etc.). L’anno della pandemia da covid-19 non ha risparmiato bambine e bambini. I dati elaborati  per il Dossier indifesa 2021 di Terre des Hommes dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale evidenziano le conseguenze drammatiche dei lunghi periodi in casa Rispetto al 2019 nel nostro Paese si registra, infatti, un aumento del 13% delle vittime minorenni del reato di Maltrattamenti contro famigliari e conviventi (art. 572 del Codice Penale); 1.260 bambine e 1.117 bambini hanno subito violenze in famiglia che hanno richiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine mentre è allarmante l’aumento delle vittime per tale reato nel decennio 2010-2020 che registra un +137%. In aumento anche il reato di Detenzione di materiale pornografico realizzato, con un balzo del 14% delle vittime minorenni, e addirittura del 525% su 10 anni (2010-2020). Una delle forme in aumento di violenza su minori è senza dubbio quella della violenza assistita. Il 73% delle donne che nel 2020 si sono rivolte ai centri antiviolenza pugliesi ha figli, di questi il 60,5% è minorenne.

Tale dato mette in risalto la relazione esistente tra violenza domestica intra-familiare agita sulle donne e la violenza assistita esperita dai figli. Alto è il rischio di gravi conseguenze traumatiche che possono essere causate dalla violenza, diretta o indiretta, nonché della trasmissione alle giovani generazioni di modelli maschili violenti. Nel 2020 sono stati 106 i minori che hanno seguito le madri nelle case rifugio perché a rischio di incolumità psicofisica (nel 2019 erano 57).

Questi dati evidenziano la necessità di dare piena attuazione alle Linee guida regionali in materia di maltrattamento e violenza nei confronti delle persone minori per età, con l’obiettivo di potenziare gli interventi tesi a prevenire il verificarsi della violenza contro i minorenni e tra minorenni (prevenzione primaria), a rilevare i casi di violenza e intervenire precocemente (prevenzione secondaria), a consolidare i servizi di assistenza alle vittime e alle famiglie in cui i maltrattamenti si verificano, anche al fine di prevenire il riproporsi della violenza (prevenzione terziaria), qualificando il personale che a vario titolo opera nell’ambito della prevenzione e contrasto della violenza, con particolare riferimento ai servizi sociali, sanitari, dell’istruzione, del sistema giudiziario e delle forze dell’ordine.

Considerata la necessità di garantire un presidio stabile di coordinamento e supervisione al fine di favorire il necessario supporto metodologico al lavoro delle equipe integrate, territoriali e/o ospedaliere, con la Del.Gr. n.2238 del 29/12/2021 si è provveduto alla costituzione del gruppo di

lavoro regionale per il coordinamento e la supervisione della Rete regionale dei Servizi. Il gruppo di lavoro ha il compito di supportare le attività del Dipartimento “Promozione della Salute, del Benessere Sociale e Sport per Tutti” e del Dipartimento “Welfare” rispetto all’attuazione degli indirizzi di cui alla Del.G.r. n. 1878/2016 e alla Del.Gr. n. 1641/2020. 

A partire, quindi, dalla situazione descritta si intendono promuovere i seguenti obiettivi specifici:

A. consolidare, potenziare e qualificare il sistema complessivo dei servizi preposti alla protezione, sostegno e accompagnamento delle donne che hanno subito violenza maschile, in primis i centri antiviolenza e le case rifugio per la protezione di primo e di secondo livello;

B. sostenere e potenziare i percorsi di autonomia e di indipendenza economica delle donne che hanno subito violenza;

C. promuovere azioni di formazione integrata di primo e di secondo livello (di base e specialistica), di sensibilizzazione, informazione e comunicazione;

D. attuare le Linee guida nazionali per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza sociosanitaria alle donne che subiscono violenza (DPCM 24 novembre 2017);

E. potenziare gli interventi a carattere preventivo e di trattamento per uomini già autori di violenza o potenziali tali, finalizzati a sostenere comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali anche al fine di prevenire il rischio di recidiva;

F. Dare piena attuazione alle Linee guida regionali in materia di maltrattamento e violenza nei confronti delle persone minori per età (Del. G. R. n. 1678/2016).

Di seguito i suddetti obiettivi tematici vengono declinati in risultati attesi e azioni da attivare/consolidare:

                                                        Obiettivo tematico A

Consolidare, potenziare e qualificare il sistema complessivo dei servizi preposti alla protezione, sostegno e accompagnamento delle donne che hanno subito violenza maschile, in primis i centri antiviolenza e le case rifugio per la protezione di primo e di secondo livello.

Risultati attesi

✔ consolidare e potenziare il lavoro qualificato dei centri antiviolenza nei territori  rendendoli ancora più visibili e fruibili dalle donne;

✔ lavoro di rete rafforzato fino alla definizione di protocolli operativi di intervento.

Azioni da realizzare

a) sostegno a centri antiviolenza e alle case rifugio, di primo e di secondo livello, ai sensi dell’art. 5 bis del d.l. 93/2013,convertito in Legge 15 ottobre 2013, n. 119, attraverso l’utilizzo dei finanziamenti statali annualmente assegnati;

b) attuazione dei Programmi antiviolenza” a favore delle donne vittime di violenza, sole o con minori, finalizzati all’accoglienza, al sostegno e all’accompagnamento, tramite percorsi personalizzati, con l’obiettivo di supportarle durante tutto il percorso di fuoriuscita dalla violenza medesima (art. 16, comma 1, l.r.29/2014);

c) istituzione e funzionamento del Tavolo per il coordinamento della rete territoriale antiviolenza e Rete operativa territoriale antiviolenza.

Così come già avviene per le risorse statali di cui all’art. 5 bis del d.l.93/2013, convertito con modificazioni nella legge 15 ottobre 2013, e in attuazione di quanto già disposto con il Piano integrato di interventi per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere 2019 – 2020 (Del.Gr. 1556/2019), la Regione Puglia trasferirà direttamente ai centri antiviolenza le risorse finanziarie stanziate annualmente per la realizzazione dei programmi antiviolenza di cui all’art.16 della L.R. 29/2014, pari a € 20.000, 00 per Ambito Territoriale, garantendo l’attuazione in ogni territorio e favorendo la collaborazione tra i centri antiviolenza.

Gli Ambiti territoriali dovranno cofinanziare il programma antiviolenza almeno con lo stesso importo annuale, trasferendo le risorse al/ai CAV attuatore/i dello stesso programma. Il Disciplinare/Accordo per l’attuazione del programma, attraverso il quale sarà assicurato il presidio antiviolenza in ogni territorio, sarà sottoscritto da Regione Puglia, Centro/i antiviolenza attuatori e Ambito territoriale. Il centro antiviolenza attuatore del programma antiviolenza e sottoscrittore del Disciplinare/Accordo con Regione Puglia, rappresenterà il fulcro della Rete territoriale antiviolenza e sarà tra i componenti il Tavolo locale per il coordinamento della stessa rete, in quanto soggetto attivo e propulsore della loro costituzione e operatività.

Ai sensi dell’art. 9 (Assistenza economica e alloggiativa) della L.R. 29/2014 i Comuni, singoli o associati, garantiscono la protezione delle donne, sole o con figli, attraverso gli inserimenti temporanei presso le case rifugio e prestano assistenza economica e alloggiativa”.